Un film brillante ma delicato e raffinato, come spesso sanno essere i film francesi. La storia si svolge nel Sud della Francia, in un piccolo paese ai margini del bosco, due ristoranti molto diversi si trovano in competizione. Due culture si incontrano e si scontrano, quella francese e quella indiana in cucina ma non solo.
Le contrapposizioni si susseguono nello sviluppo della trama, da una parte la famiglia indiana patriarcale, rumorosa e numerosa, dall’altra una donna vedova e sola. Un ristorante indiano di tradizione familiare si confronta con un ristorante francese stellato, il kitsch contro lo chic, e così via… E poi i protagonisti, due giovani aspiranti chef, Marguerite e Assan, lei eterea, enigmatica, genuina, lui entusiasta, coraggioso e ambizioso, la loro discreta storia d’amore è capace di abbattere i pregiudizi e fondere mirabilmente la loro arte culinaria.
Insomma un film nel quale trionfano i buoni sentimenti, anche troppo, persino la vecchia signora con il patriarca indiano diventano affettuosamente amici, ma il messaggio che ci trasmette è che essere chef è un dono, un‘arte, chi studia e si applica può diventare solo un virtuoso che difficilmente potrà stupire con i suoi piatti come un vero chef. Gli unici momenti in cui la dolce Marguerite si adombra sono proprio quelli in cui capisce di non avere la scintilla del vero chef come Assan ma poi recupera perchè come dice il dr. Cooking "da soli non si va da nessun parte...". Consigliatissimo ai lettori di epoitelopappi.it.